57 passi.
57 recensioni è un impegno. Iniziare con Ricordi un caso, forse.
Perché 57 passi? Lo scoprirete.
Da Parigi, con Midnight in Paris, a Lecce con Mine Vaganti.
PASSO OTTO – MINE VAGANTI di Ferzan Ozpetek
Film particolarmente amato da Mistral, mia sorella cilena, e che ancora oggi mi ricorda quell’anno passato insieme a imparare le reciproche lingue e condividere la mia quotidianità.
Presentato con successo al Festival di Berlino, “Mine vaganti” è il ritorno alla commedia di Ozpetek, ricorda in qualche modo l’atmosfera delle “Fate ignoranti“.
Sullo sfondo una Lecce moderna ma saldamente legata a vecchi valori. Bellissima la fotografia che porta alla luce, soprattutto nei primi piani, tutto il fascino dei volti delle attrici, e il Barocco leccese, uno dei protagonisti, riempie le scene e le impreziosisce.
Una commedia tragica che fa ridere e riflettere, un film sulla famiglia e i suoi difficili equilibri. Qui la famiglia è basata su legami di sangue e i protagonisti non la possono cambiare. Possono solo cercare di prendersi un attimo di respiro, fino a quando poi, tintinnando con il coltello sul bicchiere di cristallo, non riescono a dire quello che hanno dentro, ovvero la loro verità.
La mina vagante è quella che sbaglia da sé, e per sé.
Non serve il gruppo, serve se stessa. Non si può disinnescare.
Al centro è la questione dell’individualismo, tema ormai storicizzato e verso cui Ozpetek alimenta un sentimento di nostalgia, certamente ambigua, ma oggettiva.
Non farti mai dire dagli altri chi devi amare, e chi devi odiare.
Sbaglia per conto tuo, sempre.
Resta nella memoria il balletto di Riccardo Scamarcio davanti allo specchio, sulla canzone “50 mila lacrime” (cantata da Nina Zilli).