Giffoni Valle Piana. Un piccolo paese nella provincia di Salerno,che, da 52 anni a questa parte, ogni estate, diventa il posto in cui migliaia di ragazzi per 10 giorni si sentono a casa. Ma com’è possibile?
Qui ha luogo Giffoni Film Festival, molto più di un semplice festival cinematografico. Giffoni ha un’aura magica che lo avvolge. È un microcosmo, in cui stacchi dalla monotonia della quotidianità, e ti ritrovi a vivere qualcosa di incredibile, in una realtà temporale che percepisci alterata a causa dell’intensità delle emozioni che questo posto ti lascia addosso.
Quest’anno per me Giffoni è stato davvero fondamentale. Il 21 luglio, a meno di un mese di distanza dal mio esame di maturità, dalla fine del mio percorso liceale, ritrovarmi lì era tutto ciò di cui avevo bisogno. La mia quarta edizione da giurata si è rivelata un’esperienza unica, qualcosa che si capisce davvero solo se la si vive sulla propria pelle. Per la prima volta, una parte della sezione Generator +18, di cui ho fatto parte, ha avuto l’immensa opportunità di partecipare a dei workshop che per me sono stati molto utili e stimolanti. Attraverso incontri con registi, produttori, direttori della fotografia, agenti, sceneggiatori, abbiamo potuto davvero toccare con mano, in modo più concreto, il mondo del cinema nelle sue infinite sfaccettature.
Un concetto ricorrente nel corso di questi incontri è stato quello di considerare Giffoni come “luogo dell’identità“: una perfetta sintesi di ciò che il festival rappresenta per me, parte integrante della mia crescita e della costruzione della mia persona, che mi ha aiutato in un periodo in cui mi sentivo piuttosto persa.
Adesso sono sempre più convinta del fatto che mi piacerebbe lavorare nel cinema. Ho ricevuto gli stimoli giusti per trovare la mia strada, per scoprirmi e inseguire i miei sogni, mettendo al primo posto sempre il cuore e la passione. Qui hai l’opportunità di dare sfogo alle tue passioni, di trovare gente così simile ma allo stesso tempo così diversa da te, con cui il dialogo diventa fonte di confronto e scoperta. Incontri persone pure, genuine, con una grande creatività, fame di conoscenza e voglia di fare. Guardi film assurdi dai temi più disparati, su cui si creano interminabili dibattiti in sala che continuano anche nei prati della Multimedia Valley, mentre mangi un piatto pronto comprato all’alimentari di fronte alla cittadella.
Come dimenticare poi il tema che caratterizza ogni edizione! Quello di quest’anno è stato “Gli Invisibili”, e credo che una scelta migliore non potesse essere fatta. Giffoni, infatti, è un luogo in cui noi giovani non siamo più invisibili, ma diventiamo protagonisti indiscussi. Abbiamo uno spazio per confrontarci, sviluppare uno spirito critico, crescere all’insegna delle nostre passioni. Le nostre opinioni, idee e riflessioni sono ascoltate, sono considerate di estrema importanza. Ci ritroviamo in un luogo di libertà di espressione a 360 gradi, in cui tutto è possibile, i sogni sembrano più tangibili, e la passione è al centro di ogni cosa.
Io, come ogni anno, mi ritrovo a fine festival piena di emozioni e sensazioni da metabolizzare, da elaborare: ogni volta sempre la stessa storia. Non si sa cosa abbia di speciale questo luogo che ormai è il mio piccolo posto nel mondo. Non si sa come sia possibile in soli dieci giorni riuscire a provare così tanto in modo così intenso.
Sono immensamente innamorata delle persone e delle loro storie. Creare connessioni profonde è ciò che di più magico possa esserci e questo luogo fatto di cinema, amore e sogni ne è l’esempio più grande. Confrontarsi con persone da tutto il mondo ti apre la mente, ti insegna tanto e ti fa scoprire altre parti di te. L’energia e la carica che mi dà questo posto è speciale, mi smuove qualcosa dentro di inspiegabile. L’adrenalina e l’emozione provate fin dai primi giorni sono, però, compensate da un senso di malinconia e nostalgia che mi assale l’ultimo giorno di festival. L’ultima sera porta con sé una sensazione di vuoto assurda, che provi solo dopo aver dato tanto e ricevuto tantissimo. Un vuoto che, paradossalmente, coesiste con un senso di pienezza e di arricchimento al termine di un’esperienza che lascia il segno. Non sarò mai abbastanza grata per tutto questo.
Forse è proprio vero che tutto ciò che comincia qui migliora il mondo, e che, citando Truffaut, tra tutti i festival del cinema, Giffoni è il più necessario.
A cura di Ines Montefusco