È già da qualche anno che si sentono questi termini fluttuare sui social: “pick me” (letteralmente “scegli me”) si riferisce a quel tipo di ragazza, di solito adolescente, che cerca di attirare su di sè l’attenzione maschile, mettendo in mostra alcune doti o abilità solitamente da essi apprezzate; “not like other girls” (letteralmente, “non come le altre ragazze”) è sostanzialmente l’incarnazione di ciò che già abbiamo spiegato, ma che inoltre sminuisce altre ragazze. Se volessi farvi un esempio, la paragonerei al monologo “cool girl” di Rosamund Pike in “Gone girl”: questa ragazza è divertente, le piacciono gli sport, beve birra, fuma, mangia pizza e schifezze pur restando una taglia 38; non si trucca, non le importa dei vestiti, dei capelli, ripudia la compagnia femminile ed è “una dei ragazzi”; va sullo skate, il sabato sera guarda la partita in TV e odia fare shopping. Ci siamo capiti. Sempre più spesso questi stereotipi sono impiegati in film e serie tv, per citare alcune: Robin Scherbatsky in “How I met your mother”, Mary Jensen in “Tutti pazzi per Mary”, Mikhaela Banes in “Transformes” e Andie Anderson in “Come farsi lasciare in 10 giorni”.

La lista va avanti per chilometri. Il problema è che questi termini sono sempre di più applicati a ragazze in carne ed ossa su social media come Instagram e Tiktok, additando e deridendo adolescenti e giovani donne per alcune scelte o modi di pensare. Niente di più sbagliato. Perché non è colpa loro se per tutta la loro vita il cinema ha mostrato loro questa assurda invenzione; non è colpa loro che si sono comportate in modo da compiacere allo sguardo maschile; non è colpa loro se hanno detto cose solo per strappare una risata alla loro crush. È colpa del patriarcato.
Questa “ragazza” è stata creata ad hoc dal mondo dello spettacolo, non è altro che l’insieme di tutte le fantasie, sessuali e non, dell’uomo medio in un corpo sexy da 48 chili. È tutto ciò che un uomo può desiderare. Personalmente, mi piace definire questo tipo di personaggio “una personalità maschile nel corpo di una donna attraente”. Ci tengo a puntualizzare “attraente” perché, se la donna in questione non lo fosse, non sarebbe più una “cool girl” ma una donna pigra, goffa, senza rispetto per il suo corpo, rozza e non desiderabile.

Attraverso tale lavaggio del cervello, sempre più ragazze hanno imitato le icone di questi film, venerate e adulate da chiunque posasse gli occhi su di lei, nella speranza di essere percepite allo stesso modo. Non c’è da biasimarle. Tutti vogliamo piacere a tutti, giusto? Ogni donna vorrebbe sentirsi desiderata come un trofeo, vero?
“Magari, se prendo un giro un’altra ragazza perché non usa mascara e rossetto, quel ragazzo mi noterà?”
“Io ascolto rock e punk, non pop e lagne come quelle oche, sai?”
“Odio i vestitini e le gonne, potrei indossare solo jeans per il resto della vita”.

Purtroppo, questo è solo uno dei tanti mezzi che i media usano per mettere le donne una contro l’altra.

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