La storia di Nomadland è quella di Fern (interpretata da Frances McDormand) che, dopo aver perso sia il lavoro che il marito, decide di intraprendere un viaggio in cui attraversa gli Stati Uniti occidentali, sposando una vita nomade che la porterà a rivalutare la sua vita a favore di nuove prospettive.

La scoperta principale di Fern ha a che vedere con la stabilità, intesa in senso estremamente convenzionale; di come questa si incarni in precisi imperativi sociali tipici della cultura occidentale (l’avere un lavoro fisso, una casa e una famiglia). Per intraprendere il suo viaggio infatti, la protagonista si deve disfare di questa concezione fittizia, e nel farlo ne svela la natura schiavizzante.
Da qui inizia ha inizio il distacco da ciò che è conforme e abitudinario, che si pone in antitesi a tutti gli schemi sociali dominanti.

Fern, durante la sua avventura, incontra innumerevoli persone che condividono con lei il proprio vissuto, stabilendo sin da subito una connessione interumana. In questo scenario si ritrovano e si formano legami che non pretendono di essere eterni o indissolubili, ma proprio per questo risultano più autentici.
L’aspetto più insolito di questi legami è la forza che consente loro di evolversi, a discapito della concezione contemporanea che tende a vedere i rapporti come “liquidi”, privi di sostanziale importanza, sostituibili.

Il perpetuo movimento della protagonista e delle persone che gravitano intorno a essa traporta lə spettatorə in un vortice di incertezza che, nonostante tutto, non si rivela scoraggiante: Il cambiamento, l’evoluzione, l’elaborazione del lutto e l’accettazione di quello che si è diventati vengono raccontati con estrema delicatezza e spontaneità, permettendo il massimo coinvolgimento della profondità emotiva presente nella narrazione.

Nomadland è un film genuino, che possiede caratteristiche e valori difficili da riscontrare in un mondo come il nostro, intriso di un sordido egoismo, diffidenza verso il prossimo, uniformità sociale e disincantamento emotivo. La pellicola si rivela a tratti lacerante, ma nonostante tutto riesce a infondere anche un senso di speranza che apre nuovi spiragli e ci fa risvegliare dal torpore in cui ci ha relegato l’irrefrenabile vita capitalistica.

“Dedicated to the ones who had to depart. See you down the road.”

Con questa frase si chiude l’opera: non è possibile colmare le perdite che inevitabilmente subiamo nella nostra vita, si può solo sperare di rincontrarci lungo la strada, anche solo in un sorriso distratto che prende forma sul volto di uno sconosciuto.

Nomadland è un film del 2021 scritto, diretto, montato e co-prodotto da Chloé Zhao, vincitore del Leone d’oro alla 77ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e del Golden Globe per il miglior film drammatico e miglior regista. È candidato a sei premi Oscar tra cui miglior film, miglior regia e miglior sceneggiatura non originale.


autore_ Aurora Mele
bio_ Mi chiamo Aurora Mele e sono una studentessa presso il DAMS di RomaTre.
Agnès Varda disse “cinema is my home.
I think I’ve always lived in it” e questa frase racchiude tutto il mio amore.
Femminista sempre, incazzata pure, ma ho anche dei difetti.

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