Manifesto 2015
Julian Rosefeldt

 

Dada non significa nulla.

 

 

Rappresentare l’intimo artistico attraverso una danza visiva e performativa. La danza del corpo. Qui, 13 modi di manifestare le diverse correnti artistiche, miscelare ciò che è cultura e ciò che colpisce e ti rappresenta nella sua forma più minuta. La pellicola di Julian Rosefeldt è un’istallazione.

La sua opera “Manifesto” è stata ideata come una video installazione che ha viaggiato in diverse sedi prima di divenire un lungometraggio.
L’artista la definisce come “il manifesto di manifesti”, nella quale
Cate Blanchett interpreta  13 personaggi, 13 storie, nelle quali recita monologhi differenti sfumando parole e testi presi da varie fonti, risalenti a periodi diversi del xx secolo e del Manifesto del Partito Comunista del 1848, successivamente montati e assemblati con l’assenza di una trama, ma di un filo conduttore che ci accompagna per l’intera durata dell’opera.

Rendere attuale ciò che appartiene al tempo passato, temi e parole lontane all’interno di una realtà che rabbrividisce. Cate Blanchett impersona i movimenti artistici, sociali e politici citati. Potremmo essere noi i 13 soggetti interpretati, anzi, lo siamo. Siamo tutto ciò che emoziona. Potremmo essere la miccia che brucia a inizio pellicola, accompagnati da una voce fuoricampo. Ricollocare attraverso la recitazione questi monologhi che sono sfuggiti nell’immaginario comune e presentarli ancora e ancora, renderli tangibili, presenti. Manifesto si presenta come un monologo senza interruzione.
E’ un delicato urlo artistico, di liberazione.

«tutto in fondo è finzione; nulla di ciò che viviamo è originale, tutto nasce da ciò che abbiamo visto, sentito, studiato e digerito»

Alla fine, siamo alienati anche noi dalla danza perfomativa, udiamo solo dei colpi legnosi, come per dare il tempo a qualcosa senza fine; siamo rapiti da questi movimenti abituali, dalle voci, da una bambola che ci somiglia, eppure qualcosa irrompe la quarta parete e una voce ci parla, la voce dell’arte.

 

(è un’opera cinematografica eccellente, consigliatissima.)

Camera chiara.
Federica.

F.
Le piacciono i dettagli delle persone, dei corpi, delle situazioni che vengono a crearsi e quando può li racchiude in uno scatto. Predilige la fotografia analogica e ama il suono del riavvolgimento pellicola. Le piace girare in bicicletta per le vie del centro e le colazioni all'aperto. Il suo nome è Federica, la trovate nei link che seguono.

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