Questa è una TURBORECENSIONE SUPERVELOCE e  funziona in tre stadi di sintesi.

Cliccando qui troverai la sintesi massima, con voto.

Qui quella con un livello di dettaglio leggermente superiore.


Qui invece, un’analisi più approfondita della pellicola.

Scegli la velocità che preferisci e buona lettura.

Le sfumature espressive di confusione e perplessità (ma non solo) messe in scena da Patel sono uno dei pilastri della pellicola.

Yesterday è un film commedia del 2019. Diretto da Danny Boyle , scritto da Richard Curtis, fotografia di Chrispoher Ross , montaggio di Jon Harris , colonna sonora di Daniel Pemberton e con canzoni dei Beatles
Nel cast, tra gli altri, Himesh Patel, Lily James, Kate McKinnon, Ed Sheeran.

TURBO

Una piacevole commedia romantica intrecciata ad una interessante riflessione sull’arte, la celebrità e la musica. Buon ritmo, situazioni piacevoli e ben gestite così come perfomance e personaggi. Il tutto presentato tramite idee visive e di montaggio efficaci e particolari.

Il lato romantico, forse, risulta un po’ retorico e si mangia troppo il resto della narrazione, che ha spunti molto più interessanti e meno banali.  Nell’insieme resta comunque una pellicola davvero piacevole.

Consigliato a tutti, ultraconsigliato se si è fan dei Beatles.

24-25/30

Potrete anche ammirare uno dei sorrisi più simpatici degli ultimi anni di grande schermo.

 

SUPERVELOCE

Il pretesto della sparizione dei Beatles dalla storia è, per l’appunto, solo un pretesto. Il film parla in realtà d’amore, arte, fama e di come questi tre concetti si intersechino tra loro, nel bene e nel male.Da un lato è ottimo che il film affronti questi temi, ma dall’altro sembra non volerli realmente sviscerare e rischia di cadere in banalità che possono risultare illuminanti o facili e trite a seconda della storia personale dello spettatore.

La forza della pellicola è nell’intrattenimento. Il tono è leggero, graziato dalle già citate riflessioni (che ne inspessiscono leggermente lo strato tematico) e farcito da un bell’uso degli strumenti cinematografici. C’è sempre abbastanza magia da rendere ogni momento buffo o intrigante.

Se non è una inquadratura ben costruita o un movimento di macchina peculiare, è un gesto perfettamente calibrato di una performance, una gag che funziona o un montaggio dinamico e interessante. Forse la fotografia che in certi momenti lavora bene coi colori di costumi e ambienti e in altri presenta illuminazioni un po’ troppo generiche, poteva fare di meglio.

Yesterday, in sintesi, spicca per il suo funzionare nei singoli momenti ritmici e nel tirare fuori qualche asso dalla manica a livello narrativo/tematico (due momenti nello specifico). È una canzone non particolarmente audace o dalla struttura non oliata alla perfezione, ma che possiede un bel ritmo, ti fa muovere il piede e si veste di un arrangiamento funzionale ad una serata divertente e piacevole. Non al livello dei Beatles, sia chiaro, ma un ottimo tentativo.

Molto consigliato, ma senza troppe aspettative.

I colori di costumi e ambienti sono spesso caramelle per gli occhi. Vi invito a contarli.

 

RECENSIONE

Yesterday di Danny Boyle sembra quasi essere tre film fusi insieme.

Il primo è una love story che riflette sul concetto di amore intimo e profondo per una persona contro l’idea di popolarità, ovvero un amore più o meno su vasta scala e dalla profondità maggiormente incerta e meno chiara. Questo film funziona bene anche se i vari ‘passi’ che fa sono relativamente prevedibili e a meno di non amare il genere o esserne a digiuno, può risultare divertente ma poco interessante.

Sulla destra, Kate McKinnon ci regala il ritratto di una businesswoman da cartone animato grottesco. A voi decidere se è un bene o un male.

Il secondo film è una riflessione divertita sul concetto di ego, sul venire a patti con la propria incapacità di raggiungere un sogno, cosa si è disposti a fare per realizzarlo e capire quindi ciò che davvero ci muove verso l’obiettivo.

Questa seconda ‘pellicola’ è puntellata da interessanti e sfumate idee sull’amore dell’artista per la sua arte e (di conseguenza) per i picchi qualitativi che quell’arte ha toccato (in questo caso incarnati, ovviamente, dall’intera opera pop dei Beatles), di come l’arte si rapporti con il pubblico e di come sfumato sia il confine tra creatività, mercato, ricerca di attenzioni, bisogno di conferme.

Ogni tanto, questo film numero 2, sembra avere qualcosa di davvero interessante da dire al riguardo. In certi momenti riesce a mostrare un punto di vista sorprendente e diverso dal solito o farci intenerire mostrandoci qualcosa che non ci saremmo aspettati di vedere.

Nel suo totale, però, non va mai troppo in fondo a queste riflessioni e preferisce concentrarsi sul lato dell’ intrattenimento.

Che gli riesce discretamente bene.

Nostalgia canaglia.

Il terzo film è uno smodato, sfacciato e giocosamente divertito omaggio alla musica del quartetto di Liverpool, alla sua potenza popolare, alla sua importanza come linguaggio culturale condiviso e in sintesi una tesi su quanto spaccano i Beatles punto e basta non sento ragioni LAAAA LA LA LALALALAAAAA LALALALAAAAA HEY JUDE!

Quando Yesterday gira per il verso giusto, le tre pellicole sinergizzano alla grande perché (soprattutto le prime due) ragionano bene con un ciclico effetto domino.

Cos’è il successo se non amore su vasta scala? L’amore per l’arte è in realtà amore per noi stessi? O sono entrambe le cose e i confini sono molto più sfumati? L’arte necessita un pubblico, ma l’amore di un pubblico può sostituire un amore più intimo e ‘reale’? Questi due amori possono coesistere senza danneggiarsi?

Alcuni momenti sono visivamente molto efficaci, come l’uso delle ombre, del celeste e del giallo in questa inquadratura tratta da una delle scene centrali del film.

Il gioco concettuale è interessante, ma in qualche modo truccato nel momento in cui l’opera d’arte presa in considerazione è ‘altrui’, visto l’incipit della storia.
Alle volte può sembrare che il ‘punto’ della questione sia un po’ incerto, fumoso e macchiato da qualche traccia narrativa un po’ troppo stereotipata.

Nonostante questo, un paio di momenti che tirano alcune fila tematiche e di racconto spiccano su tutta la pellicola e ne innalzano molto il già buono valore medio.

Il primo è SPOILER la felicità della coppia che vede il gesto di Jack come buono e che ci mostra come, sotto gloria e fama, il sincero ed entusiasta amore per un’opera è uno dei sentimenti più puri che ci possano essere nel discorso filosofico dell’arte.Il secondo è la scena con Lennon che, oltre ad essere uno strano incantesimo tra il forse cattivo gusto e l’omaggio dolce e illuso, è probabilmente il punto dove tutti i tre film si uniscono, anche se la ‘risposta’ che da ai quesiti tematici è un tantino semplicistica. FINE SPOILER

Più di Gesù Cristo?

Aldilà di quando e come i tre film si uniscono, il collante resta però l’occhio dell’eclettico regista Danny Boyle, dei suoi collaboratori e ovviamente le musiche dei Fab Four.

Lo sguardo non è mai stanco, anche i momenti più piccoli sono sempre messi in scena in maniera interessante e così la banalità che ogni tanto si affaccia nella scrittura non è quasi mai presente nella presentazione audiovideo. I personaggi funzionano, interessanti quando sfumati, esilaranti quando macchiettistici e quindi il tutto scorre come un bicchiere d’acqua.

L’unica cosa sulla quale forse si poteva fare di più era la fotografia, che avrebbe giovato di una leggera accellerata sul piano della stilizzazione. Il film sarebbe stato forse più iconico con l’uso di contrasti più marcati, visto anche il tono generale scanzonato e surreale nelle premesse di racconto.

In certe situazioni l’uso dei colori di costumi, location e scenografie spicca in maniera decisa e non prepotente, ma in altri rimante un po’ vacuo e l’illuminazione più volte regala l’effetto ‘occasione mancata’.

La composizione dell’immagine è spesso molto bella e curata sia esteticamente che narrativamente, senza però essere prepotente.

Yesterday, giocando in maniera così sfacciata e fantastica con un concetto ampiamente reale come i Beatles è un interessante cortocircuito di realismo magico, che ad una analisi profonda può anche lasciare perplessi, ma che salvo le sporadiche asincronie sopra citate, funziona molto bene come cinema di intrattenimento.

Probabilmente, salvo fan dei Beatles con tatuato il sottomarino sulla natica destra, non sarà il film preferito di nessuno.

Ma sono abbastanza sicuro regalerà 2 ore parecchio piacevoli a molti.

Occhio a Eleonor Rigby

 

Lala, how the life goes on.

 

Alessandro Romita
Grafico e Illustratore, ma aspirante fumettista (per ora ha all'attivo il webcomic Piergiorgio e il Drago). Ha un amore feticistico nei confronti delle meccaniche che regolano i media, dal vivo quindi potrebbe discutere di tali argomenti a tempo indeterminato fino al rischiare denunce per sequestro di persona. Scrivendo almeno consente ai suoi interlocutori una maggiore libertà di approccio. Per lui, ogni scusa è buona per poter disegnare e discutere di ingranaggi comunicativi, in particolare quelli del videogioco, del fumetto, della musica, della pittura e, ovviamente, del cinema ed è convinto che di tali meccanismi si parli troppo poco. Quindi eccolo qui a sfogare le sue compulsioni, guidato da un idealismo innamorato e da un pericolosa foga entusiastica.

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