Se qualcuno vi chiede di pensare a un corsetto cosa vi viene in mente? Probabilmente innumerevoli scene di film di ragazze poggiate contro un mobile, con il fiato corto e la madre che tira i lacci dietro la sua schiena. Magari pensate a qualche svenimento improvviso o anche a girovita strettissimi, ai limiti dell’immaginabile. Voglio che dimentichiate tutto ciò che pensate di sapere, cancellate ogni tiktoker che avete visto stringersi un corsetto mentre ballava dalla vostra mente e sfatiamo alcuni miti.

1 Cos’è un corsetto?
Il corsetto è un bustino di tessuto, rinforzato da stecche (precedentemente ricavate da fanoni di balena, poi in acciaio e oggi anche in plastica) che copre il torace e, talvolta, sorregge anche il seno. L’origine si perde nella storia: c’è chi parla persino di età micenea, ma, per ridurre il nostro campo di studi, parleremo dei modelli dal 1700 in poi.

2 A cosa serve?
Il corsetto nasce come indumento di supporto, indossato inizialmente solo da donne, ma poi accolto anche da uomini in divisa e dandies. Potremmo associare il corsetto ad un moderno reggiseno o ad una guaina modellante, oggi realizzata in spandex e maglina; se la prima funzione è quella di sorreggere il busto per mantenere una buona postura, è innegabile come presto sia, però, diventato uno strumento di vanità: sempre più dame usavano, impropriamente, stringere i nastri dei loro corsetti, alla ricerca del perfetto “vitino da vespa”. Consiglierei però di prendere con le pinze gli infiniti aneddoti su costole rotte, organi perforati e morti per soffocamento che sembrano aver portato nell’aldilà migliaia di fanciulle.

3 Chi lo indossava?
Pressoché tutte le donne, una volta raggiunta la pubertà, indossavano il corsetto: dalla contadina alla dama di compagnia, dalla massaia alla regina, era un capo intimo fondamentale per ogni donna. Certo, i movimenti erano in qualche modo limitati, ma non mi sento di considerarlo invalidante: persino all’inizio del ‘900, quando sempre più donne hanno iniziato a cimentarsi in sport come ciclismo, tennis e tiro con l’arco, il corsetto non è stato abbandonato. Anche le donne incinte indossavano una sorta di bustino elastico sul ventre, con tanto di aperture per facilitare l’allattamento.

4 Quanti tipi di corsetto esistono? Moltissimi. Descriverò i più conosciuti: “stays” e “jump” (rispettivamente, con e senza ossatura) erano popolari nel 1700 ed avevano forma conica, larga e stretta sul seno, con la punta rivolta verso il ventre. Era dotato di spalline ed era particolarmente comodo poiché stringeva poco la vita. All’inizio del 1800 troviamo il bustino Regency, più corto rispetto al precedente, sosteneva il seno e non stringeva minimamente la vita, in quanto il modello “a stile impero” degli abiti all’epoca indossati presentava il punto vita alla base del seno e non all’ombelico.
Il corsetto Vittoriano (ca. 1830) era in assoluto il più modellante: avvolgeva sia seno che parte dei fianchi e aveva una netta forma a clessidra; presentava stecche in acciaio e comodi bottoni sulla parte anteriore. Il corsetto Edwardiano usato a fine 800/ inizio 900 aveva una particolare curva a S: schiena dritta, petto in avanti e chapette indietro. Sicuramente il più sexy per i nostri standard. Vorrei inoltre precisare che nessuno di questi indumenti veniva indossato a diretto contatto sulla pelle, ma sempre su di una chemise, una sorta di camicione lungo fino alle ginocchia.

5 Perché non si indossa più il corsetto?
Nei primi anni del 900 iniziò ad andare di moda una silhouette più mascolina: le donne cercavano di nascondere le proprie curve e dare l’illusione di avere il corpo “rettangolare”, con i fianchi della stessa larghezza del punto vita, poco seno e spalle larghe. Ovviamente il corsetto diventa inutile; avremo il piacere di rivederlo ricomparire solo nel 1950, grazie al New Look di Christian Dior, che valorizzava l’iperfemminilità e celebrava le sinuose curve del corpo femminile: reggiseno bullet e ampie sottogonne completavano il tutto.13:45

Dagli anni ‘60 in poi, il corsetto esce dalla routine e non vi fa più ritorno, soprattutto a causa del declino del New Look.

6 E i corsetti dei trend più recenti?
Mi dispiace deludervi ma questo “nuovo” trend non è altro che la copia delle band punk e glam rock degli anni 70/80. Mi riferisco soprattutto a gruppi come i Sex Pistols (e la loro madrina, Vivienne Westwood), Vixen e Joan Jett. Il fantastico abbigliamento sul palco per queste e molte altre band prevedeva l’uso di corsetti, guêpière, reggicalze, sottogonne e tanto altro, ma non come intimo, bensì come normale indumenti; il tutto era accompagnato da spille da balia, calze a rete, stivali platform, pelle e borchie a valanghe e acconciature che sfidano la gravità. Naturalmente questa rinascita del corsetto è dovuta ad una sovversione delle regole e dal rifiuto di seguirle.
Nonostante questo capo avesse solo una sfumatura dark e, perché no, un po’ erotica, oggi il corsetto si tinge di ogni colore e fantasia e fa uso di forme e tessuti completamente rivoluzionari: dai toni naturali e delicati dello stile cottagecore, ai corsetti in pizzo sopra camicie e magliette bianche, dalle riproduzioni di stays in ecopelle, ai mini bustier (che sembrano più dei cinturoni allargati): ce n’è per tutti i gusti.

È innegabile affermare come questo capo abbia ri-sfondato le porte della moda da qualche anno a questa parte, impadronendosi di ogni sfilata o evento di alta moda, stabilendosi negli armadi di celebrità e gente comune. Ecco perché ci tenevo che non venisse più etichettato come uno strumento di tortura medievale (mito in parte alimentato dalle costanti lamentele di varie attrici di film in costume), ma anzi volevo valorizzare la sua genialità e la sua eleganza senza tempo.

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