In pochi hanno il coraggio di inserire una scena in cui qualcuno semplicemente fa la pipì, figuriamoci se poi a farlo è una donna. Kubrick, ad esempio, lo fece con Nicole Kidman. Ed è proprio così che Sam Levinson decide di dare inizio a Malcolm & Marie: in pochi secondi vuole dirci che fa sul serio più che mai. E lo fa in bianco e nero e senza il bisogno di scenografie pompose, montaggio frenetico o di tanti personaggi bizzarri.
Si, mister “Euphoria”, l’acclamata e mirabolante serie tv che continua a fare incetta di premi e consensi, decide di fare una pausa dagli eccessi narrativi e visivi cui ci ha abituato. Perciò adolescenti problematici, luci al neon e inquadrature inusuali vengono messi momentaneamente da parte. Oddio, si è tenuto Zendaya… e chiamalo scemo. A farle da controparte abbiamo John David Washington, già protagonista del recente Tenet di Christopher Nolan. Fine del cast.
Una serata memorabile che improvvisamente finisce in malora, o comunque non del tutto. Fine dell’ambientazione.

Una coppia che rientra a casa dopo che lui ha tenuto la premiere del suo film da regista e, a quanto pare, la proiezione è andata molto bene. Entrambi messi in tiro per l’occasione, entrambi stanchi. Lui felice e soddisfatto, lei molto meno e scopriremo ben presto il perchè.
I due si aggirano per la bella casa da copertina fra una pipì liberatoria (eccola qui) e un whisky celebrativo: lei espelle, lui introduce liquidi (ironia della sorte). E qui inizia il loro chiacchierio altalenante fra battibecco e dichiarazione d’amore, amore, odio, invidia e gelosia. Una montagna russa in salita sul romanticismo e in caduta libera sugli insulti e i rimbecchi reciproci. Insomma: una normalissima lite di coppia ambientata in una villa che di normalissimo non ha molto se non fai parte del jetset hollywoodiano. I dialoghi, seppur credibili in video, sono forse poco rapportabili ai ritmi della realtà perchè quando litighiamo finiamo per accavallarci di continuo, invece qui si fanno i turni tipo videogioco di ruolo. Magari sapessimo dire le cose così, in faccia o anche solo saper ascoltare senza interrompere.
È Marie a dare il “la” all’accesa discussione fra i due, è lei che prepara i maccheroni al formaggio per lui e glieli sbatte sul tavolo come nemmeno si farebbe col cane. Lui manderà giù i bocconi con ingordigia e verrà ulteriormente accusato da lei di mancanza di rispetto.
Ok, siamo con te Marie! Lui è il pessimo esemplare della sua categoria: uomo convinto e poco riconoscente. Poi è lui a dire la sua. Ok Malcolm, non sei davvero da buttare… Anche tu Marie, eccheccazzo, avrete pure lo stesso nome ma non sei mica Maria Goretti. Fatto: siamo dentro al meccanismo del film, completamente assorbiti dalle vicissitudini della coppia che verranno sciorinate minuto dopo minuto. Volete chiudere qui e andare a vedere il film, vero? Se ancora non siete convinti vi ruberò un altro paio di minuti per convincervi.
Il film si presenta con un bianco e nero elegantissimo, una grana intensa che rende omaggio al sapiente occhio dei fotografi degli anni sessanta e diventa moderno grazie a una fotografia autentica.
Ci sono dei brevi momenti in cui è la musica a farla da padrona. Tipo quando Marie mette dal cellulare “Get Rid of Him” di Dionne Warwick (grazie Shazam) e canta appresso “Liberati di lui… ma io lo amo”; una scena che avrà occupato si e no sei righe sulla sceneggiatura ma che sullo schermo diventa biblica, delicata, esaustiva.

Parliamo degli attori, una coppia pazzesca. Zendaya è esemplare: la cinepresa lei l’attraversa. Ha il fascino di Sophia Loren e la naturalezza di Penelope Cruz, disarmante e perennemente imbronciata. Washington sviscera umanità e la sfuma talmente bene da farti venire il bruciore agli occhi perché tardi a sbattere le palpebre, tanto sembra disinvolto e vero.

Sono certo che Levinson si toglie qualche sassolino dalla scarpa quando mette in bocca a Malcolm parole poco lusinghiere su una hollywood che del politically correct ci ha fatto un cocktail micidiale. Un regista (nel film) che critica i critici (probabilmente Levinson nella realtà) ed è qui che mi scappa un sorriso mentre guardo il film e decido di scrivere questo articolo. Guardo il personaggio di Marie che ha un passato da ex tossica ed è inevitabile non pensare alla Zendaya di Euphoria: un caso?
“Malcolm e Marie” è un film intimo, dal piglio teatrale, che – tralasciando il contorno dei suoi protagonisti “ricchi e capricciosi” – tratta l’amore nei suoi momenti più bui e forse anche più sinceri.
Un film in cui l’inquadratura di un letto a due piazze vuoto può restituire lo stesso pathos di quella di un bacio appassionato.

– Alberto

Alberto Mazzotta
1988, Cancro. Di Lecce ma vivo quattro quinti dell'anno a Milano. Ho studiato Media Design (Naba) e Cinema (Centro Sperimentale di Cinematografia di Milano). Che dire... Non accettate i falsi. Esigete sempre e solo videocassette originali Walt Disney Home Video.

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